Il miele marchigiano: produzioni locali in crescita

Il miele è uno dei prodotti più diffusi e radicati nella nostra regione. Da sempre apprezzato e studiato dagli amanti della natura, basti pensare, infatti come già alla fine dell’ottocento, il professor Alessandro Chiappetti ha realizzato l’arnia di “tipo marchigiano” che consentiva, con le misure standard di nido e melario, di eseguire interventi di manutenzione e di allevamento con maggiore facilità rispetto al passato, dando il via a numerose ricerche e migliorie.

Apicoltura nelle Marche: un po' di dati attuali

L’amore e la passione verso l’apicoltura fa crescere costantemente il numero degli apicoltori delle Marche e, di conseguenza la commercializzazione del prodotto regionale realizzato.  Grazie ai dati dell’Osservatorio Nazionale Miele, si evince che nelle Marche lavorano attivamente quasi 3000 apicoltori divisi per il 40% da professionisti (che detengono l’82% degli oltre 70mila alveari marchigiani) e per il 60 % da hobbisti che producono miele per autoconsumo. Uno studio Coldiretti grazie ai dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica mette in evidenza l’aumento del 37% di apicoltori e  del 40% degli alveari negli ultimi tre anni.

La crescita di apicoltori è dovuto anche alla crescente importanza che le api stanno assumento per gli ecosistemi ambientali, non solo per miele, pappa reale, propoli eccetera ma soprattutto per l’azione impollinatrice che contribuisce al buon mantenimento di colture, ad esempio, come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento.

Nelle Marche le produzioni più diffuse sono Millefiori primaverile, Millefiori estivo, Girasole, Acacia ma si trovano anche miele di Castagno nella provincia di Ascoli e Coriandolo nel Pesarese. 

Come si produce il miele

La stagione produttiva è inizia nel periodo primaverile-estivo, da aprile ad agosto.
Gli alveari destinati alla produzione sono formati da colonie ben sviluppate ed in buone condizioni sanitarie e soprattutto con arnie in buone condizioni e che rispettano le regole base dell’apicoltura.

Il miele è estratto, lavorato e conservato per poi esser utilizzato.

Inizialmente la smielatura viene svolta subito dopo la raccolta dei melari e ha inizio con la disopercolatura dei favi dei melari, manuale o a macchina. Successivamente si estrae il miele dal favo utilizzando smielatori centrifughi. 

Quindi poi viene purificato mediante filtrazione, utilizzando filtri di vario tipo, preferibilmente disposti in successione con misura delle maglie decrescente fino ad un minimo di 0,1-0,2 millimetri. 

Per la salvaguardia delle caratteristiche tradizionali del miele non vanno utilizzate tecniche di filtrazione più spinte come ad esempio
l’ultrafiltrazione. 

Infine per almeno dieci giorni avviene la decantazione in appositi contenitori di acciaio inox detti maturatori, quindi poi invasettato in recipienti di vetro.

La migliore selezione prodotti realizzati con il miele marchigiano

Le principali caratteristiche del miele marchigiano: aspetto e gusto

Il miele più diffuso e conosciuto e senza dubbio il millefiori ma vengono sempre più apprezzati dal mercato i mieli uniflorali tra cui troviamo il miele di acacia, di castagno, di girasole, di lupinella e di melata. 

Il miele millefiori marchigiano ha un colore variabile tra l’extra bianco e l’ambra chiaro, secondo la classificazione impiegata nel commercio internazionale. Mentre l’odore così come il sapore è di debole o media intensità, vegetale, con sentori variabili a seconda della composizione che possono andare dal fruttato, al floreale, al vinoso, fino all’odore di leguminose o di girasole. 

Lo spettro pollinico è caratterizzato dall’associazione, in proporozioni variabili, di girasole, rovo, leguminose quali capraggine, medica, trifoglio, ginestrino e lupinella, crucifere, erba strega.

I migliori produttori di miele delle Marche

Gabannini

L’azienda nasce nel lontano 1913 in Urbino per la passione di un bambino di nome Marino e per il suo amore per questo “strano mondo” delle api.
È in quell’anno infatti che un piccolo bambino prese un’ape e, come in una favola, la mise in una scatolina per farle fare il miele.
Da subito il piccolo Marino aveva mostrato a tutti la sua vera indole di “custode” e “protettore” di quello splendido animale che è l’ape.
Già in quell’anno l’azienda produsse e vendette del miele dapprima ai vicini e poi ad altre persone affascinate dalla dedizione e bravura che Marino mostrava.
La piccola realtà di Gabannini Marino e di sua moglie Artemisia è, negli anni, diventata una vera e propria azienda che il figlio Gualtiero e la moglie Gina hanno provveduto ad ampliare mantenendone inalterata la caratterizzazione di azienda familiare.

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