Verdicchio di Matelica: dal 1500 è il vino storico delle Marche

Verdicchio vuol dire Marche

Nelle Marche, infatti, il Verdicchio è il principale vitigno coltivato, ma anche quello che ha una storia lunga e antica. Una delle prime coltivazioni risalgono al passaggio dall’Impero allo Stato della Chiesa nel 1578 che favorì lo sviluppo dell’attività agricola a cura degli insediamenti monastici nel territorio marchigiano. Infatti, in queste terre fertili e adatte alle coltivazioni i Romani avevano reso il vino una bevanda servita soltanto ai Nobili e al Clero, con l’arrivo dei monaci invece la vite inizia ad esser coltivato per l’economia popolare e si diffonde tra le persone di qualsiasi ceto sociale, in questo periodo viene citata, in alcuni, scritti la parola “Verdiccio” che indicava la vite coltivata.
Successivamente nei primi anni del 1600 viene documentato il primo vino frizzante e i processi di rifermentazione aggiungendo un chicco di orzo e dello zucchero ad ogni bottiglia di vino fermo ed attendere la rifermentazione prima di aprire la bottiglia di “spumante fatto in casa”.

La denominazione “Verdicchio di Matelica” è conseguente al D.P.R. 930/1963 che norma le DOC e le DOCG. Il D.P.R. 21 luglio 1967 riconosce la DOC al Verdicchio di Matelica, una varietà autoctona dalla quale deriva per almeno l’85% il prodotto vino, questo perché è un vitigno molto versatile e grazie alle tecniche di lavorazione che mantengono le tradizioni locali si possono ottenere prodotti anche con la tipologia spumante e passito.
Il Verdicchio è il vino più importante delle Marche, ma non solo: sta diventando uno dei migliori vini bianchi italiani, grazie ad una crescita qualitativa spaventosa.

L'Alta Vallesina "ospita" il Verdicchio di Matelica

Il Verdicchio di Matelica DOC, si produce nell’Alta Vallesina, in vallata di oltre 300 ettari che si estende da Nord a Sud. L’area è parallela al Mar Adriaticoe presenta dorsali montuose dell’Appennino Umbro-Marchigiano determinando un clima continentale, caratterizzati da inverni rigidi ed estati calde.
Possiamo distinguere due aree di produzione: i Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica, entrambe caratterizzate dalla denominazione di DOC e DOCG nella versione Riserva.
I terreni di produzione e il clima hanno conformazioni diverse ma il vitigno usato nelle due zone è uguale, più ventilato, marino e dolce quello della costa mentre è più aspro quello di Matelica, un piccolo borgo dell’Appennino. Il Verdicchio di Matelica si vendemmia più tardi e da origine a vini di minor corpo, maggiore acidità e freschezza aromatica (agrumato) rispetto al Verdicchio dei Castelli di Jesi grazie ai suoi terreni permeabili, argillo-silicei e calcarei situati a circa 400 m. Quello di Jesi, invece, che cresce su un terreno più pesante e iodato dal mare produce un vino molto più forte e strutturato, una differenza marcata a pochi chilometri che cambia il sapore del vino rendendo sempre più interessante questo Verdicchio.

Il territorio destinata alla produzione del Vino DOC Verdicchio di Matelica va dalle vallate attraversate dal fiume Esino fino alla zona montuosa appenninica e alla costa adriatica, un’area molto luminosa e ventilata che favorisce le funzioni vegeto-produttive delle vigne. Nello specifico comprende i comuni di Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino e Pioraco nella provincia di Macerata mentre nella provincia di Ancona troviamo Cerreto d’Esi e Fabriano.

Caratteristiche e abbinamenti per una degustazione di qualità

Il Verdicchio è molto fruttato e agrumato con sentori di erbe aromatiche, il finale asciutto e ammandorlato lo rendono un vino fresco e austero con elevata presenza di tannini. La trinità del mandorla-limone-sambuco si percepiscono facilmente mentre se viene vinificato in barrique, sviluppa note simili allo Chardonnay.
Lasciandolo riposare in cantina diventa ancora più buono, sviluppando note mature ed evolute, profumi terziari seducenti, sempre mantenendo un’acidità stellare. Questo vino è adatto principalmente ad antipasti di pesce crudo come molluschi vari, pesci dalle carni saporite e salsate mentre per i primi piatti di pesce si consigliano lasagne di mare, risotti di mare, brodetti tipici di pesce.

Vinificazione del Verdicchio di Matelica

Il Verdicchio si presta a numerose lavorazioni e sperimentazioni e tant’è che i marchigiani lo servono i diverse vesti, un base d’annata da bere come aperitivo o per un risotto di mare, la Riserva che proviene dei migliori vigneti, il Verdicchio spumante e il passito.
Se si vuole un vino giovane si consiglia la vinificazione in acciaio mentre per ottenere la riserva bisogna affinarla in legno.

La gradazione alcolica del Verdicchio Classico deve avere un minimo di 11,5°, mentre il Classico Superiore minimo 12° e per il Riserva (invecchiamento minimo di 24 mesi con almeno 6 on bottiglia) minimo 12,5 mentre il Passito, dovrà avere almeno una gradazione alcolica di 15° ed un anno circa di invecchiamento.
Vini marchigiani come il Verdicchio si conservano bene fino a tre anni grazie al clima presente nel territorio di produzione ma si si sconsiglia l’invecchiamento eccessivo perchè va bevuto giovane.

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